La nuova piramide mediterranea spiegata bene

C’è un motivo se ogni tanto la scienza riscrive le regole del gioco. Non per moda. Non per noia. Ma perché nel frattempo il mondo cambia. E con esso cambiamo noi, il nostro metabolismo, le abitudini alimentari e – soprattutto – l’ambiente. Ecco perché la Società Italiana di Nutrizione Umana (SINU) ha deciso di rivedere, rimettere mano e – sì – ridisegnare da zero la famosa piramide della dieta mediterranea.

 

Perché rifare la piramide? Cosa non andava in quella vecchia?

Non è che fosse sbagliata. Ma era diventata… un po’ cieca. Cieca rispetto al cambiamento climatico, cieca rispetto all’impatto ambientale del sistema alimentare, cieca di fronte all’esplosione delle malattie croniche.

Insomma: serviva una piramide che non parlasse solo al nostro colesterolo, ma anche al nostro pianeta.

 

Il cuore della nuova piramide: piante, piante, piante

Alla base della nuova piramide troviamo un messaggio chiaro e senza equivoci: ogni giorno dovremmo mangiare più vegetali. Frutta e verdura, cereali integrali come pane nero, riso integrale, pasta poco raffinata. E poi legumi, olio extravergine d’oliva (ma davvero extravergine, non quello da scaffale a 3 euro) e frutta secca. Questi alimenti non solo sono nutrienti, ma anche sostenibili: consumarli vuol dire ridurre l’impronta ecologica di ogni pasto.

L’olio EVO, in particolare, occupa un posto centrale nella nuova piramide. Non un banale grasso: è una vera molecola bioattiva, ricchissima in polifenoli, anti-infiammatori naturali e antiossidanti (Visioli et al., 1995; Medina-Remón et al., 2017). Altro che semplice condimento.

 

Una nuova posizione per latte e formaggi

Sorpresa: yogurt e latte (meglio se parzialmente scremati) entrano nella routine quotidiana. I formaggi duri, invece, salgono al piano superiore della piramide. Perché? Perché sono ricchi di grassi saturi e sale. Va bene la tradizione, ma la salute viene prima: meglio ricotta, mozzarella o cacioricotta in piccole quantità settimanali.

 

Il centro della piramide: le proteine “buone”

Nel livello intermedio troviamo un mix di proteine vegetali e animali. Le prime (i legumi) sono i veri protagonisti, raccomandati almeno 3-4 volte a settimana. Non solo saziano, ma abbassano il colesterolo LDL e la pressione (EAT-Lancet Commission, 2019). Accanto a loro, il pesce – preferibilmente locale, di piccola taglia – ricco in omega-3.

Un gradino più su: le uova e le carni bianche. Non fanno male se consumate con moderazione. Le uova, per esempio, sono state riabilitate da molti studi: uno al giorno non è pericoloso per il cuore, almeno nei soggetti sani (Rong et al., 2013). Le carni rosse e quelle processate, invece, vengono messe all’ultimo posto: da consumare raramente, perché aumentano il rischio di tumori e malattie cardiovascolari (Bouvard et al., 2015).

Il vertice: zuccheri, snack, alcol… ci siamo capiti

Tutto quello che viene spesso pubblicizzato – merendine, soft drink, insaccati, patatine, dolci industriali – è relegato al vertice della piramide. Tradotto: il più lontano possibile dal piatto quotidiano. E lo stesso vale per il vino: se prima era il simbolo della dieta mediterranea, ora è solo un “concesso se proprio vuoi”, ma senza esagerare. Perché sì, un bicchiere ogni tanto può fare compagnia. Ma l’alcol, anche in piccole dosi, è stato collegato a un aumento del rischio di cancro e disturbi cardiaci (WHO, 2023).

 

E poi c’è lo stile di vita

Non basta mangiare bene. La piramide aggiornata invita a muoversi di più, a bere acqua (del rubinetto, magari), a condividere i pasti (la famosa convivialità mediterranea) e a scegliere cibo locale e stagionale. E soprattutto a buttare via meno.

 

Una piramide per il presente (e il futuro)

La nuova piramide della SINU non è un semplice aggiornamento grafico. È una proposta culturale. Un invito a tornare alle radici, ma con consapevolezza scientifica. A scegliere cibi che fanno bene non solo al cuore, ma anche alla Terra. E a ricordarci che il vero lusso, oggi, è una dieta semplice, vegetale, poco processata, gustosa e condivisa.

 

 

Bibliografia

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