L’anoressia nervosa è un disturbo psichiatrico grave caratterizzato da una restrizione alimentare severa, una paura intensa di aumentare di peso e una percezione distorta del corpo.
Le persone affette da anoressia nervosa , anche in condizioni di emaciazione estrema, continuano a vedersi sovrappeso e manifestano comportamenti che mirano alla perdita di peso continua. Questo disturbo ha una delle più alte mortalità tra le malattie psichiatriche, con un tasso di mortalità 12 volte superiore rispetto a quello di altre cause di morte per le donne tra i 15 e i 24 anni.
Il trattamento dell’anoressia nervosa è particolarmente complesso. Nonostante anni di ricerca sui meccanismi neurobiologici che influenzano il disturbo, tradurre questi risultati in terapie efficaci è rimasto una sfida significativa.
Recentemente, però, è emersa una nuova ipotesi che vede la dieta chetogenica terapeutica (TKD) come un potenziale trattamento per affrontare alcune delle alterazioni cerebrali associate all’anoressia nervosa.
Modello Neurobiologico dell’Anoressia Nervosa
Negli ultimi decenni, numerosi studi hanno fornito dati empirici che hanno migliorato la comprensione dei sintomi e dei comportamenti legati all’anoressia nervosa .
È stato scoperto che le alterazioni nei sistemi di neurotrasmettitori come la serotonina e la dopamina svolgono un ruolo cruciale nella patologia della malattia.
Queste alterazioni influenzano il circuito della ricompensa, la cognizione e la regolazione delle emozioni, contribuendo alla percezione distorta del proprio corpo e alla paura patologica di ingrassare.
La funzione cerebrale alterata riguarda in particolare le aree che elaborano la salienza motivazionale e la valenza della ricompensa, tra cui il nucleo accumbens, l’amigdala e la corteccia orbitofrontale. Questi circuiti influenzano fortemente il comportamento di auto-restrizione alimentare tipico dell’anoressia nervosa.
La Dieta Chetogenica Terapeutica come Trattamento
La dieta chetogenica terapeutica (TKD) si basa una riduzione drastica dei carboidrati, inducendo uno stato di chetosi, in cui il corpo utilizza i chetoni, derivati dai grassi, come fonte principale di energia al posto del glucosio.
Questo approccio è già ampiamente utilizzato nel trattamento delle epilessie refrattarie, ma sta emergendo come una potenziale soluzione per altre condizioni neurologiche e psichiatriche.
Nel caso dell’anoressia nervosa, la TKD potrebbe offrire una fonte alternativa di energia cerebrale che bypassa alcune delle alterazioni metaboliche legate all’ansia e allo stress che caratterizzano il disturbo.
L’ipotesi è che, riducendo l’uso del glucosio da parte del cervello, si possano diminuire i livelli di ansia, favorendo al contempo un equilibrio energetico cerebrale più stabile e diminuendo il desiderio di continuare la restrizione alimentare.
Evidenze Preliminari e Studi Pilota
Alcuni studi preliminari, sia su modelli animali che su soggetti umani, hanno mostrato risultati promettenti.
In particolare, un piccolo studio pilota su cinque adulti affetti da anoressia nervosa cronica ha dimostrato che l’adozione della TKD per almeno 8 settimane ha portato a significativi miglioramenti nei punteggi legati alla percezione corporea e ai comportamenti di restrizione alimentare.
Tutti i partecipanti hanno completato lo studio senza effetti collaterali significativi, e la maggior parte ha continuato a seguire la TKD anche dopo la conclusione del periodo di studio, dimostrando la buona tollerabilità della dieta.
Questi risultati supportano l’idea che la TKD possa non solo stabilizzare il peso corporeo, ma anche ridurre i sintomi psicopatologici associati all’anoressia nervosa .
È importante sottolineare che, per il momento, questi dati sono limitati a studi pilota e che sono necessari studi più ampi per confermare l’efficacia e la sicurezza di questo approccio su scala più vasta.
Un Cambiamento di Paradigma nel Trattamento dell’Anoressia Nervosa?
Se i risultati preliminari saranno confermati, la dieta chetogenica potrebbe rappresentare un cambiamento significativo nel trattamento dell’anoressia nervosa.
Invece di focalizzarsi esclusivamente sugli interventi psicologici e comportamentali, la TKD offre un approccio biologico diretto che prende di mira i meccanismi neurobiologici alla base del disturbo. Questo potrebbe non solo migliorare i risultati terapeutici a breve termine, ma anche ridurre il rischio di ricadute a lungo termine, fornendo una maggiore stabilità nella gestione della malattia.
Nonostante l’anoressia nervosa rimanga uno dei disturbi psichiatrici più difficili da trattare, l’ipotesi che alterazioni metaboliche nel cervello possano contribuire alla sua patologia apre nuove prospettive terapeutiche.
La dieta chetogenica terapeutica potrebbe rivelarsi una soluzione innovativa, in grado di affrontare non solo i sintomi, ma anche le cause neurobiologiche alla base del disturbo.
Saranno necessari ulteriori studi per comprendere appieno il potenziale terapeutico di questo approccio e per garantirne l’efficacia e la sicurezza su un più ampio gruppo di pazienti.
Per ulteriori approfondimenti:
– Frank GKW, Scolnick B (2024). “Therapeutic ketogenic diet as treatment for anorexia nervosa.” Frontiers in Nutrition. DOI: 10.3389/fnut.2024.1392135.