Quando la terapia si ferma, il corpo ricomincia a parlare

Cosa ci racconta davvero il ritorno del peso dopo la sospensione della tirzepatide

A volte la medicina ci mette davanti a verità che non hanno bisogno di enfasi. Bastano i numeri.
E i numeri del SURMOUNT-4, pubblicati su JAMA Internal Medicine, lo fanno con una chiarezza che quasi spiazza: quando la tirzepatide viene sospesa, la maggior parte delle persone riprende peso. Non un’idea vaga, non un’impressione. Una realtà ribadita dalle curve del grafico, pagina dopo pagina.

Eppure, c’è qualcosa di più interessante del semplice “riacquisto del peso”. Perché il corpo non si limita ad aumentare i chili. È come se riattivasse un linguaggio antico, fatto di segnali metabolici che si rialzano insieme alla bilancia.

 

Una dinamica che non lascia scampo ai fraintendimenti

Il disegno dello studio è semplice, quasi didattico: 36 settimane di tirzepatide, poi lo switch a placebo. Nessun trucco.
A pagina 1 del documento, la suddivisione dei partecipanti in gruppi racconta già metà della storia: l’82,5% recupera almeno un quarto del peso perso entro l’anno successivo alla sospensione. E non c’è alcuna differenza iniziale tra chi recupera poco e chi recupera tanto. Stesse età, stesso BMI, stesse complicanze.

Questa omogeneità iniziale è quasi inquietante: significa che il destino post-trattamento non dipende “da chi sei”, ma da come reagisce il tuo sistema biologico nel momento in cui la terapia si interrompe.

 

 

Il ritorno dei vecchi parametri: una sequenza quasi sincronizzata

Sfogliando le tabelle (quelle a pagina 5 sono particolarmente eloquenti), si nota una sorta di coreografia metabolica.
Il peso sale. Sì. Ma anche la circonferenza vita aumenta. Poi la pressione. Poi la glicemia. Poi l’insulina. Un movimento corale, come un’orchestra che riprende a suonare lo stesso spartito interrotto mesi prima.

E si osserva un dettaglio che fa riflettere:
un recupero del 25% della perdita di peso è già sufficiente per vedere riattivarsi gran parte delle alterazioni cardiometaboliche. Non serve tornare davvero al peso di partenza. Basta una frazione.

Ad esempio:

  • circonferenza vita: da +0,8 cm nei “quasi stabili” a +14,7 cm nei grandi recuperatori;
  • HbA1c: da +0,14% a +0,35%;
  • insulina a digiuno: da −4% fino a +46%.

Sono numeri che non richiedono interpretazioni forzate. Parlano da soli. E parlano forte.

 

Quel comportamento insolito dell’HDL

Tra tutti i parametri, uno si muove in controtendenza: l’HDL.
La tabella lo mostra con un certo stupore: scende durante il trattamento, risale dopo. Sempre.
Indipendentemente dal peso recuperato.

È un fenomeno noto, già descritto da Dattilo e Kris-Etherton negli anni ’90. Una forma di “adattamento lipidico”, quasi un effetto elastico. È come se questo parametro avesse una sua autonomia, un proprio tempo di risposta che non coincide con quello del resto del metabolismo.

 

L’immagine che resta negli occhi

Una delle figure più incisive, quella sulle variazioni degli indici glicemici (pagina 9), mostra come la HbA1c ricominci a salire già dopo poche settimane dalla sospensione. Non mesi: settimane.
È il segno inequivocabile che, oltre alla perdita di peso, tirzepatide modulava direttamente la regolazione del glucosio. Quando il farmaco scompare, quella regolazione si allenta. E lo fa in fretta.

Ed è difficile non notarlo: più peso ritorna, più il peggioramento accelera.

 

La vera lezione non è sul farmaco. È sulla malattia.

L’obesità, lo sappiamo, è una condizione cronica. Eppure spesso, anche tra operatori sanitari, resta viva l’idea che la terapia farmacologica possa essere “temporanea”, come una parentesi.
Il SURMOUNT-4 dimostra il contrario con una precisione quasi chirurgica.

Quando il trattamento si ferma, la biologia dell’obesità torna attiva.
E non torna “un po’ attiva”: torna esattamente dov’era.

Non è una questione di disciplina, impegno, volontà.
È un fenomeno fisiologico. Un ritorno del set point metabolico che nessun intervento leggero può contrastare.

 

Una soglia da non oltrepassare

Tra tutti i risultati, uno colpisce per la sua eleganza:
la soglia del 25% di peso recuperato sembra segnare il confine tra il mantenimento dei benefici e il loro progressivo annullamento.

Non è una regola assoluta, ma è un segnale forte, ripetuto nei grafici e nelle tabelle. Una soglia clinicamente utile, che potrebbe diventare un punto di riferimento nelle visite di monitoraggio.

 

Bibliografia

Horn DB et al. Cardiometabolic Parameter Change by Weight Regain on Tirzepatide Withdrawal in Adults With Obesity. JAMA Intern Med. 2025.

Aronne LJ et al. SURMOUNT-4 Randomized Clinical Trial. JAMA. 2024.

Wilding JPH et al. STEP 1 Trial Extension. Diabetes Obes Metab. 2022.

Berger SE et al. Look AHEAD. J Am Heart Assoc. 2019.

Dattilo AM, Kris-Etherton PM. Weight Reduction and Lipoproteins. Am J Clin Nutr. 1992.