Negli ultimi anni il termine proteina è diventato un marchio di salute. Acque proteiche, snack arricchiti, popcorn “fit”: tutto ciò che contiene proteine viene automaticamente percepito come sano, funzionale, performante. Ma la domanda, inevitabile, è: quanta scienza c’è dietro questa mania, e quanta manipolazione del linguaggio nutrizionale?
Il paradosso dell’eccesso proteico e il ruolo della funzione renale
Le proteine sono indispensabili per la sintesi strutturale e la funzione enzimatica, ma l’eccesso può indurre un sovraccarico metabolico. Il classico studio di Brenner et al. (1982) mostrò che un apporto proteico elevato aumenta la pressione intraglomerulare e la filtrazione renale, fenomeno noto come iperfiltrazione, che in soggetti predisposti può accelerare la progressione del danno renale.
Tuttavia, ricerche successive come la review di Martin et al. (2005) hanno evidenziato che nei soggetti sani l’iperfiltrazione rappresenta un adattamento fisiologico reversibile e non un danno strutturale.
La posizione più equilibrata è quella delineata da Ko et al. (2020) su Nutrients: le diete iperproteiche possono essere sicure a breve termine, ma la qualità della fonte e il contesto metabolico restano determinanti per la salute renale e la longevità.
Microbiota e metaboliti azotati: un equilibrio delicato
Le diete ricche di proteine animali modificano la composizione del microbiota intestinale. Studi pionieristici di Wu et al. (2011) su Science hanno evidenziato come un’alimentazione ad alto contenuto proteico e basso contenuto di fibre favorisca una dominanza di Bacteroides e Clostridium spp., con produzione di metaboliti tossici come p-cresolo, indoli e ammoniaca.
Questi composti, come mostrato da Zhang & Davies (2019), contribuiscono allo stress ossidativo e all’infiammazione intestinale, minando la barriera epiteliale e alterando la comunicazione immuno-metabolica.
Il messaggio? Non è solo la quantità proteica a contare, ma la qualità della matrice e la sinergia con fibre e polifenoli.
La fonte proteica e la longevità metabolica
Le grandi coorti prospettiche — in particolare lo studio di Song et al. (2016) pubblicato su JAMA Internal Medicine — mostrano un’evidente differenza tra proteine animali e vegetali: l’elevato consumo di proteine animali si associa a maggiore mortalità cardiovascolare, mentre quelle vegetali appaiono protettive.
Questo effetto è mediato in parte dall’asse mTOR/IGF-1, come dimostrato da Levine et al. (2014): un apporto proteico moderato (0,8–1,0 g/kg) è associato a minore incidenza di tumori e maggiore longevità nella popolazione sotto i 65 anni..
In altre parole, un eccesso di proteine non sempre “fa bene”: può accelerare pathway anabolici che riducono la resilienza metabolica.
L’illusione del “health halo”
Nel mondo del food marketing, l’etichetta “high-protein” genera un potente effetto di health halo: il consumatore percepisce un prodotto come salutare, indipendentemente dal contenuto complessivo.
Chandon e Wansink (2012) hanno dimostrato che la sola presenza di claim nutrizionali positivi — come “ad alto contenuto proteico” — riduce la percezione del rischio e induce a consumare maggiori quantità..
È così che la logica biochimica viene sostituita da una narrativa di marketing: l’equilibrio tra macronutrienti si perde, mentre resta l’illusione del “più proteine = più salute”.
Tabella 1. Fabbisogno proteico giornaliero medio secondo EFSA, WHO e DRI
| Categoria | Range proteico raccomandato (g/kg/die) | Peso di riferimento | Fonte di riferimento | Note fisiologiche |
|---|---|---|---|---|
| Adulto sano sedentario | 0.8–1.0 | Peso attuale | EFSA (2012), IOM (2005) | Mantenimento azotato |
| Anziano (>65 anni) | 1.0–1.2 | Peso attuale | WHO (2013), ESPEN (2019) | Prevenzione sarcopenia |
| Sportivo endurance | 1.2–1.6 | Peso attuale | Phillips & Van Loon (2011) | Supporto turnover proteico |
| Sportivo forza/resistenza | 1.6–2.0 | Peso attuale | Phillips & Van Loon (2011) | Ipertrofia miofibrillare |
| Dieta VLCKD terapeutica | 1.2–1.5 | Peso ideale (BMI 22–25) | SIE–ADI Consensus (2020) | Apporto normoproteico a risparmio muscolare in chetosi |
| Sarcopenia o fragilità | 1.2–1.5 | Peso attuale | ESPEN (2019) | Supporto massa magra |
Nota:
Un apporto superiore ai 2,2 g/kg è raramente giustificato fuori da contesti sportivi specifici e, se protratto, richiede supervisione clinica per monitorare la funzione renale, l’equilibrio azotato e il microbiota intestinale.
Nota metodologica:
Nelle VLCKD, il calcolo proteico si effettua spesso sul peso ideale (PI), non su quello reale, per garantire una quota proteica sufficiente al mantenimento della massa magra senza eccedere l’introito azotato.
Tuttavia nei protocolli personalizzati, la quota dovrebbe essere calcolata sulla massa magra (FFM) stimata mediante bioimpedenziometria o DEXA.
Bibliografia
Brenner B.M., Meyer T.W., Hostetter T.H. (1982). Dietary protein intake and the progressive nature of kidney disease: the role of hemodynamically mediated glomerular injury. N Engl J Med, 307(11):652–659.
Martin W.F., Armstrong L.E., Rodriguez N.R. (2005). Dietary protein intake and renal function. Nutr Metab (Lond), 2:25.
Ko G.J., Rhee C.M., Kalantar-Zadeh K., Joshi S. (2020). The Effects of High-Protein Diets on Kidney Health and Longevity. Nutrients, 12(2):505.
Wu G.D., et al. (2011). Linking long-term dietary patterns with gut microbial enterotypes. Science, 334(6052):105–108.
Zhang L.S., Davies S.S. (2019). Microbial metabolism of dietary components to toxic products in the gastrointestinal tract. Am J Pathol, 189(7):1356–1367.
Levine M.E., et al. (2014). Low protein intake is associated with a major reduction in IGF-1, cancer, and overall mortality in the 65 and younger but not older population. Cell Metab, 19(3):407–417.
Song M., et al. (2016). Association of animal and plant protein intake with all-cause and cause-specific mortality. JAMA Intern Med, 176(10):1453–1463.
Chandon P., Wansink B. (2012). Does food marketing need to make us fat? A review and solutions. Nutr Rev, 70(10):571–593.
Phillips S.M., Van Loon L.J.C. (2011). Dietary protein for athletes: From requirements to metabolic advantage. Appl Physiol Nutr Metab, 36(5):647–654.
EFSA Panel on Dietetic Products, Nutrition and Allergies (NDA) (2012). Scientific Opinion on Dietary Reference Values for protein. EFSA Journal, 10(2):2557.

