C’è una parte del cervello maschile che, durante un rapporto sessuale, suona come un’orchestra perfettamente sincronizzata. Non è una metafora poetica. È quello che succede, letteralmente, nella shell ventrale del nucleus accumbens – una piccola struttura cerebrale nel sistema limbico – quando due molecole, acetilcolina e dopamina, cominciano a “suonare” insieme. E questa danza ritmica, secondo uno studio pubblicato su Neuron ad aprile 2025, è ciò che consente di passare dalla semplice stimolazione sessuale fino all’eiaculazione.
Ecco come funziona, e perché potrebbe cambiare radicalmente la nostra comprensione della sessualità maschile – ma anche dei suoi disturbi.
La sequenza sessuale maschile non è un gesto automatico
Chiariamo subito una cosa: in un maschio di mammifero, il comportamento sessuale non è un unico atto, ma una sequenza ben precisa. Prima c’è il corteggiamento: annusare, inseguire, cercare contatto. Poi iniziano i comportamenti copulatori: monta, intromissione e infine eiaculazione.
Ma… chi coordina questi passaggi? Come fa il cervello a sapere quando “è il momento”?
Per decenni si è pensato che la dopamina – la molecola del desiderio e della ricompensa – fosse il motore principale di tutto.
E lo è, ma solo in parte. Lo studio di Miyasaka e colleghi mostra qualcosa di molto più complesso (e affascinante): il ritmo e la sincronia tra dopamina e acetilcolina sono la chiave per attivare, mantenere e far progredire ogni fase del comportamento sessuale.
Un’orchestra di due strumenti: acetilcolina e dopamina
Durante la penetrazione accade qualcosa di straordinario nel nucleus accumbens ventrale (vsNAc): si generano oscillazioni sincrone tra acetilcolina (ACh) e dopamina (DA) a una frequenza costante di circa 1.5–2.2 Hertz.
In pratica, i due neurotrasmettitori cominciano a oscillare insieme, seguendo un ritmo che coincide – udite udite – con il ritmo delle spinte pelviche.
Non è solo un aumento di dopamina o acetilcolina, ma un pattern ritmico preciso. Come se il cervello stesse battendo il tempo per tenere il passo col corpo. E, tra i due, è l’acetilcolina a partire per prima, anticipando la dopamina e… aprendo le danze.
Il momento dell’eiaculazione? Una pausa improvvisa
Ed è proprio nel passaggio da intromissione a eiaculazione che si gioca il colpo di scena. Quando sta per avvenire l’eiaculazione – cioè durante l’ultima intromissione che precede l’orgasmo – il ritmo della dopamina rallenta improvvisamente. Come un’orchestra che smette di suonare di colpo, mentre l’acetilcolina continua da sola per un attimo.
Questo “slowdown” dopaminergico sembra essere il segnale che attiva il riflesso eiaculatorio. E non è una deduzione astratta: i ricercatori lo hanno osservato chiaramente con tecniche di optogenetica e imaging cerebrale in tempo reale.
Cosa succede se spezzi questa sinfonia?
Per testare quanto fosse fondamentale questo ritmo binario, gli scienziati hanno fatto un esperimento drastico: hanno disattivato nel nucleus accumbens la produzione di acetilcolina (bloccando l’enzima ChAT) o la funzione del recettore dopaminergico D2. Risultato? I topi maschi facevano molta più fatica ad arrivare all’intromissione… e quasi mai eiaculavano.
Al contrario, attivare artificialmente i neuroni colinergici proprio durante l’intromissione portava a un’eiaculazione immediata. Anche in assenza di altri stimoli.
È una conferma potente: il ritmo tra ACh e DA non è solo decorativo. È ciò che fa succedere il comportamento sessuale. Senza di esso, il sistema si blocca. O si inceppa.
Ma tutto questo… dove succede?
Finora si pensava che a controllare l’eiaculazione fosse soprattutto il midollo spinale, magari con un po’ di regia da parte dell’ipotalamo. In realtà, quello che lo studio mostra è che c’è una regia anche più sofisticata nel nucleus accumbens ventrale, una zona non famosa per il controllo motorio, ma piuttosto per la motivazione, la ricompensa e l’apprendimento.
E qui, attenzione: il ritmo ACh-DA non viene imposto dall’alto (né dalla corteccia, né dai centri superiori), ma si genera localmente, all’interno di un microcircuito che coinvolge interneuroni colinergici e proiezioni dopaminergiche provenienti dall’area tegmentale ventrale (VTA). Il tutto si autoalimenta, come un generatore ritmico centrale.
Un possibile impatto sui disturbi sessuali umani
Siamo ancora lontani da un’applicazione clinica, ma gli autori aprono uno scenario interessante. Disturbi come l’eiaculazione precoce (che colpisce circa il 20–30% degli uomini sessualmente attivi) o i disturbi sessuali nei pazienti con Parkinson (dove dopamina e acetilcolina sono alterate) potrebbero derivare da uno squilibrio in questi ritmi profondi.
E trattarli non dovrebbe forse significare solo “aumentare” la dopamina o inibire la serotonina, come fanno oggi molti farmaci, ma modulare il ritmo tra dopamina e acetilcolina in questa precisa area cerebrale.
Potremmo arrivare, un giorno, a una terapia musicale del piacere? Non in senso poetico: proprio nel senso biochimico del termine.
Bibliografia
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